Come sta cambiando l’agricoltura in Italia e in Friuli Venezia Giulia?
C’è davvero un ritorno al settore primario?
L’Istat ha recentemente pubblicato i risultati del 7° Censimento dell’Agricoltura, riferito all’annata agraria 2019-2020, ma che aveva subito ritardi nella raccolta dei dati per effetto della pandemia.
Balza subito all’occhio la forte diminuzione percentuale del numero di aziende agricole, rispetto al precedente censimento del 2010, a livello nazionale del 30,1% e in Friuli Venezia Giulia del 26,5%.
Complessivamente la superficie coltivata in Italia è scesa “solo” del 2,5%, anche se in alcune regioni fra cui il Friuli Venezia Giulia (+ 2,9%) è leggermente aumentata.
Cosa stanno ad indicare questi dati?
Innanzi tutto la cessazione d’attività di tante piccole aziende e la concentrazione della produzione agricola in aziende di maggiori dimensioni. Ad esempio in Friuli Venezia Giulia quelle sopra ai 30 ettari di superficie, che sono poco più del 10% del totale, da sole coltivano ben il 61,5 delle superficie agricola.
Tali cambiamenti si riflettono naturalmente anche su titolarità e conduzione aziendale.
Diminuiscono infatti le aziende individuali o familiari e con terreni solo di proprietà, mentre aumentano quelle di società di persone e di capitali e crescono le aziende che usufruiscono in parte o totalmente di superfici in affitto.
L’agricoltura italiana è sempre meno caratterizzata dalla tradizionale figura del coltivatore diretto, impegnato direttamente e abitualmente in azienda con l’aiuto di famigliari. Tale figura è stata sostituita dall’imprenditore agricolo professionale che, se necessario, ricorre anche a manodopera esterna.
I giovani in agricoltura
Dai media ci arrivano frequentemente immagini di giovani agricoltori o allevatori, ma nella realtà il settore primario è ancora prerogativa di chi ha un’età anagrafica avanzata.
I dati del 7° Censimento ci dicono infatti che in Italia il 57,5% dei titolari di imprese agricole ha più di 60 anni (60,7% in FVG) e che i giovani con meno di 44 anni sono solo il 13,5% (12,4% in FVG).
C’è da dire che sta evolvendo un cambio generazionale facilitato anche da aiuti concessi attraverso i Programmi di Sviluppo Rurale. Nella maggior parte dei casi il passaggio avviene però all’interno della famiglia, da genitore a figlio/a o comunque tra parenti.
L’onerosità dei beni necessari e le difficoltà di accesso, rendono infatti ancora particolarmente difficile l’esercizio dell’attività agricola di giovani provenienti dall’esterno.
Fonte dati https://www.istat.it/it/archivio/273753
20 settembre 2022