Ho conosciuto Elena Consonni, giornalista e divulgatrice scientifica durante la pandemia.
Con la tecnologa Francesca De Vecchi, nel 2019 ha fondato Formalimenti, società che eroga corsi di formazione on line per professionisti e aziende del settore alimentare e che offre supporto e servizi per la formazione on line.
Durante la pandemia, con le conseguenti misure restrittive per il suo contenimento, la loro offerta ha acquisito particolare valore perché permetteva di portare on line quello che in quel momento non si poteva fare in aula.
Elena, il Covid ha modificato le nostre abitudini e il maggior uso dell’on line rientra sicuramente tra queste. Nell’ambito della formazione quali sono i vantaggi derivati da questo cambiamento?
Premesso che le scelte possono variare in base a necessità e opportunità e che comunque ci può essere uno sviluppo integrato, complementare, fra on line e off line, sicuramente l’on line abbatte le barriere, gli ostacoli derivati dalla distanza. La formazione diventa accessibile per tutte le aziende, indipendentemente dalla loro localizzazione, dalla loro eventuale distribuzione in più sedi. In un certo senso elimina le discriminazioni di aziende e soggetti che potrebbero essere più svantaggiati. Tra questi ad esempio le donne sulle quali è risaputo ricadono spesso maggiori obblighi di cura di bambini e anziani.

Elena Consonni, giornalista e divulgatrice scientifica
Prevalentemente, che tipo di formazione chiede l’industria alimentare?
Innanzi tutto quella necessaria per “essere in regola”, dettata quindi da obblighi di legge e poi l’aggiornamento su aspetti normativi per evitare sanzioni. Sta però crescendo la richiesta di formazione su tematiche specifiche legate alla sostenibilità, in particolare sugli imballaggi.
C’è una differenza di approccio fra settori di produzione e fra imprese piccole e grandi?
Non ci sono grandi differenze fra settori. La dimensione dell’impresa può invece influire in maniera determinante sulle scelte e approccio. A differenza delle piccole imprese a gestione famigliare, di solito quelle più grandi, con una gestione manageriale, hanno budget dedicati. Ma ci sono anche casi di piccole imprese che ritengono la formazione un buon investimento per la crescita.
Secondo te è ipotizzabile una formazione condivisa che favorisca anche l’interazione fra più imprese?
Sarebbe molto bello e stimolante, ne uscirebbero tutti più arricchiti. Temo però sia molto difficile perché purtroppo c’è una grande difficoltà a manifestare dubbi e criticità davanti a soggetti di altre imprese perché ci si pone sempre sul piano della concorrenza. C’è ancora questo grosso scoglio da superare.
Com’è cambiata nel tempo la vostra offerta? Come può evolvere la formazione per le imprese dell’alimentare?
A corsi e a webinar da noi organizzati, abbiamo aggiunto servizi a supporto della formazione curata direttamente dalle imprese. Mettiamo a loro disposizione la nostra piattaforma fornendo l’assistenza tecnica per la gestione dell’evento o per la formazione interna delle loro risorse umane, spesso dopo un confronto su modalità e percorsi, che possono essere naturalmente adattati alle esigenze e agli obbiettivi aziendali.
Per l’impresa la formazione sta diventando uno strumento per trasmettere i propri valori, all’interno tra le sue risorse umane e all’esterno verso pubblico e clienti. Con l’offerta di contenuti formativi è più facile indurre le persone a collegarsi a un link dove poi l’azienda può raccontare anche la sua filosofia e le sue produzioni.
Non vi è il rischio che in qualche modo la formazione possa essere utilizzata in forma poco corretta e diventare così uno strumento di “manipolazione” del consumatore?
Si, ci può essere questo rischio, ma la differenza sarà fatta proprio dalle aziende che la utilizzeranno in forma trasparente ed etica.
Grazie Elena, speriamo tutti sia così per il bene del settore e per un buon rapporto di fiducia fra produttore e consumatore.
11 agosto 2023