Far sì che le piccole imprese del territorio siano sempre più partecipi e protagoniste, in forma aggregata, della promozione dell’agroalimentare locale è l’obiettivo del nuovo progetto voluto dalla Comunità di Montagna Prealpi Friulane Orientali e di cui sono project manager.
L’agroalimentare è un comparto determinante per il mantenimento del presidio dell’uomo in aree marginali e di conseguenza per la cura del territorio, la vita dei piccoli paesi di montagna, l’attrattività turistica.
E’ proprio in queste aree che spesso si sono salvaguardate produzioni uniche, non idonee a tecniche agricole o di trasformazione alimentari più industriali e quindi praticabili su larga scala.
Nella produzione primaria, si va dalla coltivazione di vecchie varietà di frutta e di ortaggi, all’allevamento di razze animali in via di estinzione, a un’apicoltura nomade o stanziale che può esistere proprio grazie alla presenza di un ambiente ricco di vegetazione spontanea e quindi di biodiversità.
Tra i trasformati si ritrovano invece piccole produzioni artigianali, con materia prima prevalentemente prodotta in loco e spesso con l’uso di ricette del passato, come ad esempio confetture, conserve vegetali di vario tipo e succhi, e prodotti fermentati, pertanto caratterizzati anche dalla microflora dell’ambiente da cui provengono, come vini e formaggi, e tante altre specialità alimentari di pregio.
Il cibo valorizza il territorio
Era una tendenza già in atto, ma la pandemia ha sicuramente favorito l’attenzione e l’interesse verso il piccolo, il locale. Non è solo una questione di qualità dei prodotti: ci si è resi conto che la filiera locale è più sostenibile, più “sana”, più equa, meno impattante per l’ambiente.
Molti consumatori sono alla ricerca del “buono di una volta”, di cibo genuino, vogliono capire e scoprire da dove arrivano e come sono ottenuti i prodotti che mettono in tavola. Ecco che il cibo acquista un nuovo sapore non strettamente legato solo alle sue caratteristiche organolettiche.
Se il mercato può quindi riservare nuovi spazi alle produzioni locali, spesso le imprese sono troppo piccole per affrontare i costi necessari a proporsi, a valorizzare adeguatamente l’offerta e ad arrivare al bacino di clienti a cui vorrebbero rivolgersi.
Quando l’obiettivo è poi quello di richiamare il cliente o il turista in zona, diventa ancora più strategica un’offerta ricca, caratteristica e diversificata: un’offerta di area. Di conseguenza la promozione non è più di un prodotto, ma dell’agroalimentare e dell’enogastronomia del territorio.
Per questo quasi sempre i progetti di promozione dell’agroalimentare, pur coinvolgendo le aziende di produzione, sono di fatto pensati e gestiti con fondi pubblici da enti e organizzazioni che operano sul territorio.
Vecchie e nuove progettualità
E’ stato così anche per i progetti Via dei saperi e dei sapori delle Dolomiti Friulane e Prodotti, Territori e Risorse in rete, rispettivamente dell’ex UTI – Unione Territoriale Intercomunale delle Valli e delle Dolomiti Friulane e del Comune di Castelnovo del Friuli, finanziati ad inizio 2020 da Montagna Leader, GAL – Gruppo di Azione Locale del Pordenonese sulla Misura 19.2 del PSR 2014-2020 del Friuli Venezia Giulia.
La pandemia e i cambiamenti intervenuti anche a livello di istituzioni locali, hanno però determinato la necessità di unirli e rivederli in un’ottica d’insieme anche per ottimizzare gli investimenti e l’uso di risorse pubbliche.
Per evitare disallineamenti e creare le condizioni affinché in futuro siano le stesse imprese a generare autonomamente nuove progettualità comuni, la Comunità di Montagna Prealpi Friulane Orientali (ex UTI), ha inoltre deciso di investire anche per creare legami, per favorire l’aggregazione e la nascita di un sistema strutturato di rete.
L’unione delle diverse progettualità ha portato ad un unico disegno strategico raffigurato con un albero.
L’albero racconta il progetto
Le sue radici rappresentano l’identità collettiva (Obiettivo: Riconoscersi uniti in un disegno strategico comune del territorio) che si realizzerà raggruppando le imprese con caratteristiche e bisogni simili (ad oggi sono già stati intervistati i titolari di sessantacinque aziende), sviluppando all’interno dei singoli gruppi percorsi di coaching per allineare visioni, principi e valori che possono generare strategie comuni, e di team building finalizzati a creare fiducia nelle relazioni e a far emergere i leader. La conoscenza reciproca fra imprenditori sarà rafforzata anche con lo scambio di visite aziendali.
Il fusto rappresenta lo strumento di governo (Obiettivo: Impegnarsi insieme per lo sviluppo di progetti comuni) cioè la rete/le reti d’impresa che si costruirà attraverso la condivisione e la formalizzazione dei rapporti fra le imprese in un’ottica di continuità, per lo sviluppo organizzato dei progetti comuni.
La chioma (Obiettivo: Sviluppare insieme progetti per rafforzare e valorizzare l’offerta) è al momento data dai progetti di promozione già finanziati con la Misura 19 del PSR e riconducibili a tre indirizzi di lavoro:
a – Promozione offerta integrata prodotti sul territorio, con la messa in rete dell’offerta delle imprese e lo scambio di prodotti, la partecipazione aggregata a manifestazioni ed eventi e l’uso di servizi logistici comuni
b – Diffusione dell’uso dei prodotti nella ristorazione, attraverso il confronto con operatori del settore, tour nelle aziende, eventi, creazione di un sistema di scambio di informazioni
c – Promozione del turismo enogastronomico, con la valorizzazione di esperienze turistiche in loco e con la partecipazione in rete delle imprese ad eventi locali.
L’auspicio è che nel tempo la chioma diventi sempre più folta, che si arricchisca gradualmente di nuovi progetti generati dalle stesse imprese.
La comunicazione on line e off line racconterà, passo dopo passo, il percorso di costruzione dell’albero, le azioni, i protagonisti e di conseguenza l’evoluzione del progetto, anche con l’intento di avvicinare e coinvolgere chi è del luogo e chi con le proprie scelte di consumo vuole sostenere il territorio.
Perché l’albero cresca bello e forte ci vorrà innanzi tutto l’impegno delle imprese, dei tecnici che le accompagneranno, delle istituzioni. Ma l’albero potrà essere nutrito anche da coloro che ne condivideranno l’anima, che porteranno in tavola i prodotti delle aziende coinvolte e che magari si gusteranno questo territorio pure in veste di turisti.
28 febbraio 2023