Km 0 e filiera corta, sono termini molto utilizzati e forse talvolta anche abusati nella vendita di prodotti alimentari.

Sicuramente vi sarete spesso chiesti a quali dati facciano riferimento.

Entro quanti chilometri deve essere ottenuto un alimento per poter essere definito a km 0? Cosa si intende per filiera corta?

Adesso c’è finalmente una norma che lo chiarisce.

La norma

La legge 17 maggio 2022 n.61, entrata in vigore il 26 giugno scorso, stabilisce  che “sono a km 0 i prodotti dell’agricoltura o dell’allevamento, compresa l’acquacoltura e i prodotti alimentari provenienti da luoghi di produzione e di trasformazione della materia prima o delle materie prime agricole primarie utilizzate posti a una distanza non superiore a 70 chilometri di raggio dal luogo di vendita o comunque provenienti dalla stessa provincia del luogo di vendita o dal luogo di consumo del servizio di ristorazione….”

Per i prodotti della pesca la distanza di 70 chilometri è calcolata dal punto di sbarco, fermo restando il fatto che la cattura deve far capo a imbarcazioni e pescatori locali.

Sono invece a filiera corta i prodotti agricoli e alimentari nazionali “la cui filiera produttiva risulti caratterizzata dall’assenza di intermediari commerciali, ovvero composta da un solo intermediario tra il produttore e il consumatore”.

Il km 0 è quindi determinato dalla distanza fisica tra luogo di produzione e luogo di vendita, mentre la filiera corta è data dall’assenza o riduzione dei passaggi del prodotto destinato alla nostra tavola.

Facciamo un esempio: un produttore di Pordenone che vende un alimento a un consumatore o a un negoziante al dettaglio di Milano (un solo intermediario) garantisce una filiera corta, ma a Milano il suo prodotto non potrà essere definito a km 0.

Secondo la norma entro settembre il Ministero delle politiche agricole e forestali dovrebbe anche istituire i loghi km0 e filiera corta da esporre nei luoghi di vendita e non utilizzabile su prodotti e imballi.

Un aspetto importante per i produttori e per noi consumatori è il fatto che i Comuni dovranno riservare ad agricoltori e pescatori almeno il 30% dell’area destinata a mercato.

La promozione di alimenti a chilometro zero e a filiera corta interesserà anche la ristorazione collettiva con l’introduzione di questi concetti nell’aggiudicazione del servizio di fornitura dei prodotti.

Le sanzioni

Chi utilizza in maniera non conforme alla norma definizione e loghi va incontro a sanzioni variabili tra  1.600 e 9.500 euro.

Sicuramente numerosi cartelli esposti in mercati e negozi, che suscitavano in noi molti dubbi sulla veridicità di quanto affermato, andranno a scomparire!

 

22 luglio 2022