L’agricoltura italiana cambia faccia. E’ quanto emerge dalla lettura del Rapporto 2024 – Agriturismo e multifunzionalità di ISMEA.
Le attività economiche dell’azienda agricola diverse da coltivazione e allevamento e per questo non propriamente agricole, come la trasformazione dei prodotti, la vendita diretta, l’agriturismo, le attività ricreative, sociali e didattiche e la produzione di energia rinnovabile, sono via via aumentate nel corso degli anni.
Le pratiche multifunzionali, anche a servizio della collettività, hanno infatti raggiunto in Italia un valore di 13,8 miliardi di euro, pari a un quinto di quello prodotto da tutto il settore primario.
La diversificazione delle attività ha assunto in alcuni casi un ruolo fondamentale per la crescita o la riduzione delle perdite dell’impresa agricola.
Anche per questo nel Piano Strategico italiano della PAC 2023-2027 è stata prevista una spesa di 286 milioni di euro a sostegno delle imprese per investimenti in tal senso.
Fra le attività secondarie più diffuse troviamo quella agrituristica, aumentata quasi del 30% nel periodo 2010-2022. Da sottolineare che l’Italia ha il primato in Europa di ricettività turistica nelle aree rurali, che risulta distribuita su tutti i territori, seppur con una diversa incidenza tra zone a forte vocazione turistica e aree marginali con minori elementi di attrattività.
Secondo quanto previsto dalla norma (Art.1 Legge 96/2006), l’agriturismo ha finalità molto importanti proprio per la salvaguardia dei territori come la tutela delle loro risorse specifiche, il recupero del patrimonio edilizio rurale e il sostegno delle produzioni tipiche e delle tradizioni enogastronomiche locali.
A livello nazionale, tra le produzioni degli agriturismi prevalgono olio e vino e gran parte delle aziende ha scelto l’agricoltura biologica.
Il rapporto ISMEA ha inoltre evidenziato fra i titolari un’età media più bassa rispetto alla media del comparto agricolo e una maggior presenza femminile che potrebbero rendere queste attività più dinamiche, con una maggior apertura alla digitalizzazione, alla vendita online, a investimenti innovativi.
Le aree con maggior presenza di agriturismi sono la regione Toscana e la provincia di Bolzano che insieme detengono il 42% degli arrivi e il 53% delle presenze.
In Italia più della metà dei pernottamenti riguarda stranieri e Germania, Paesi Bassi, Stati Uniti e Francia sono i mercati per noi più importanti.
Le proposte agrituristiche possono riguardare una sola o più attività. La formula più diffusa è la proposta di alloggio abbinata ad attività ricreative, sportive e culturali (39% delle aziende) seguita da quella di alloggio insieme a ristorazione (36%).
Anche le fattorie didattiche stanno crescendo e nel 2022 sono aumentate del 4% rispetto all’anno precedente.
Indubbiamente la varietà di territori, tradizioni, costumi e cibi della nostra penisola rafforza le peculiarità, la ricchezza, la complessità delle proposte che i nostri agriturismi, traendo origine proprio dai luoghi, possono esprimere.
E’ pertanto importante che queste identità non vadano disperse e che non ci si indirizzi, per un vantaggio immediato, verso proposte più semplici e commerciali che nel tempo potrebbero squalificare e banalizzare l’offerta.
25 agosto 2024