Le produzioni agroalimentari delle Prealpi Friulane Orientali sono state le protagoniste, il 9 giugno scorso, del tour Dica’ in aziende agricole dei comuni di Cavasso Nuovo, Fanna e Meduno, tour riservato ad operatori del commercio alimentare, del turismo enogastronomico e ai professionisti dell’informazione.
Come spiegato ai partecipanti in apertura dell’evento, il paesaggio ci parla e ci racconta l’agricoltura che si è sviluppata con i diversi tipi di coltivazione e allevamento proprio in base alle caratteristiche morfologiche e climatiche del territorio. Ogni produzione agroalimentare ha quindi un forte legame con il luogo da cui trae origine.
Il progetto Dica’, che promuove l’agroalimentare locale, abbraccia aree montane, collinari e dell’alta pianura pordenonese e pertanto territori con caratteristiche molto variabili.
L’area montana delle Prealpi Carniche è incisa da valli percorse da torrenti come Cellina, Colvera, Meduna, Arzino e Cosa e i versanti prealpini scendono rapidamente sulla pianura dalla quale li separano alcune discontinue fasce collinari. Nonostante l’alta piovosità, la disponibilità d’acqua in superficie è molto limitata per la presenza del fenomeno del carsismo. Anche in pianura i terreni sono molto permeabili perché costituiti da detriti alluvionali grossolani con un substrato ghiaioso. Le difficili condizioni per l’agricoltura, e la conseguente scarsità di cibo, in passato causarono intensi fenomeni di emigrazione.
A partire dagli anni sessanta del secolo scorso, lo sviluppo economico e in particolare dell’industria, generò nuove opportunità di lavoro a valle. I paesi di montagna andarono così incontro a processi di abbandono e le aree montane a un forte imboschimento.
In pianura con l’introduzione di fertilizzanti e fitofarmaci, di piante e animali più produttivi, con la meccanizzazione delle pratiche agricole e la realizzazione di impianti per d’irrigazione, l’agricoltura subì invece una profonda trasformazione. Nel corso degli anni le aziende si ridussero di numero e aumentarono di superficie per specializzarsi e produrre secondo economie di scala.
Tra le aziende del progetto Dica’ ci sono però diverse realtà di pianura che, pur essendo di dimensioni considerevoli, recentemente hanno recuperato e reintrodotto vecchie cultivar, o trasformazioni di prodotti che si rifanno al passato, per qualificare e diversificare parte della loro produzione.
Le aziende del progetto Dica’
Le aziende del progetto Dica’ sono situate nell’area di competenza della Comunità di Montagna delle Prealpi Friulane Orientali e in piccola parte in Valcellina e Val Tramontina.
Alla luce di quanto sopraesposto, hanno dimensioni e produzioni molto variabili. Nelle aree più montane e collinari le superfici coltivabili sono limitate e di conseguenza le produzioni sono più contenute, anche se spesso con peculiarità derivate proprio dall’ambiente di provenienza.
Il “paniere” dell’offerta Dica’ comprende le conserve vegetali, le confetture e composte derivate anche da cultivar di frutta e ortaggi di pregio (ad esempio la Cipolla di Cavasso e della Val Cosa, le Mele Antiche) le farine di mais e di grani antichi, i prodotti da forno, la pasta, i mieli, i salumi, i formaggi, i vini DOC e di vitigni autoctoni, i succhi di mela, la birra, nonché specialità gastronomiche come il frico e la polenta.
Tutte le aziende si rivolgono al consumatore finale per la vendita dei loro trasformati, garantendo un sistema di filiera corta. A seconda dell’entità, della tipologia delle loro produzioni e dei regimi autorizzativi in cui operano, rivendono le loro specialità e/o collaborano con ristoratori, negozianti e strutture ricettive in ambito locale, regionale, nazionale e in alcuni casi anche all’estero. Molte imprese hanno affiancato alla produzione di alimenti la loro somministrazione, nonché l’offerta di alloggio /o di proposte didattiche e in un caso di agricampeggio.
Perché è importante salvaguardare le produzioni agroalimentari locali?
La presenza di queste aziende permette la cura del territorio e la conservazione della biodiversità attraverso il mantenimento di più ecosistemi (bosco, pascolo, piccoli orti e frutteti, ecc.). Dal punto di vista ecologico la loro scomparsa porterebbe infatti a una minore ricchezza del mondo vegetale e animale per la diffusione in montagna solo del bosco e in pianura solo della monocoltura.
Le produzioni agroalimentari locali hanno inoltre un valore culturale e sociale di rilievo perché spesso identificano un determinato territorio e traggono origine da un patrimonio di conoscenze tramandato di generazione in generazione. Per la loro particolarità possono poi diventare un importante elemento di attrazione in ambito turistico.
La filiera corta, dal produttore al consumatore, garantisce poi una maggior marginalità al produttore, più qualità e salubrità degli alimenti, minor inquinamento per la riduzione delle distanze nei trasporti, e contribuisce a una maggior consapevolezza del consumatore e di conseguenza indirettamente anche a un minor spreco alimentare.
In sintesi la salvaguardia delle piccole produzioni locali favorisce un sistema del cibo più sostenibile!
Il racconto del tour
Il tour è iniziato con la visita all’Azienda agricola Sandra Carusone dove Sandra, Marica e Sasha ci hanno spiegato le fasi di produzione del frico, prodotto agroalimentare tradizionale del Friuli Venezia Giulia.
A seguire Patrick Rovedo, dell’azienda Sapori Dimenticati, ci ha accompagnato in una passeggiata nel suo frutteto e raccontato la sua attività di recupero e coltivazione di mele antiche e di altre piante da frutto.
Abbiamo poi visitato gli orti di Cipolla di Cavasso e della Val Cosa delle aziende Casedinon e Le Mani di Bossi Fabio e incontrato l’agricoltrice Federica Zerbato che, oltre alla rinomata cipolla, coltiva l’aglio della Grava Nera e trasforma erbe spontanee in particolari conserve vegetali.
All’Agriturismo Ai Pradons di Meduno ci hanno poi raggiunto i titolari delle imprese Gelindo dei Magredi e Tolusso Giovanni di Vivaro, Azienda Agricola Carpenedo, Ettore Buosi e Lì dali Violis (Azienda agricola Sartor) di Cavasso Nuovo e La Tiepola di Maniago e, grazie alla “regia” dello chef Tiziano Trevisanutto, abbiamo potuto apprezzare la qualità delle loro produzioni.
Una giornata da ricordare anche per l’entusiasmo dei partecipanti e per l’amore per il proprio lavoro dimostrato dagli agricoltori!
16 giugno 2025